In un’era sempre più influenzata dal digitale e dai social, Carla Botta, esperta di comunicazione con oltre 30 anni di esperienza, ci guida nell’evoluzione del settore e ci spiega perché, nonostante la forza dei social media, la comunicazione tradizionale e l’ufficio stampa restino fondamentali per una strategia vincente.

Carla, possiamo dire che oggi la comunicazione è sempre più digitale. Che impatto ha questa tendenza, in particolare in relazione ai social media, sulla comunicazione aziendale?
“È innegabile che i social media abbiano un impatto enorme sulla comunicazione, grazie alla loro incredibile potenza che consente di raggiungere chiunque con un semplice clic. Oggi le aziende possono targetizzare con grande precisione il loro pubblico, definendo parametri geografici, demografici e psicografici. Tuttavia, è importante ricordare che la comunicazione non nasce con il digitale. L’ufficio stampa, il web marketing e le attività relazionali sono le vere fondamenta di una comunicazione solida. I social sono fondamentali come strumenti di diffusione, ma non riescono a raccontare la storia di un’azienda in profondità. Per questo, un sito ben strutturato e una solida attività di ufficio stampa sono essenziali”.

In che modo, quindi, il sito web rimane una parte fondamentale della strategia di comunicazione?
“Il sito web è un contenitore fondamentale per raccontare in modo completo la storia di un’azienda, dei suoi prodotti e dei suoi valori. I social sono veloci, immediati, ma non raccontano. Quando voglio conoscere veramente un’azienda, leggere la sua storia, capire cosa fa, è il sito che mi fornisce le informazioni più strutturate e organizzate. È il luogo in cui un’azienda può costruire una vera reputazione, mentre i social rimangono strumenti di comunicazione più superficiali, dove è l’azienda a parlare di sé”.

Come si inserisce l’ufficio stampa in questo scenario?
“L’ufficio stampa è il cuore pulsante della reputazione di un’azienda. Non è infatti l’azienda stessa a parlare di sé in modo autoreferenziale, ma sono altri a farlo: giornalisti, testate o blog. Quando un giornalista scrive di un’azienda, questa riceve una valutazione esterna, che le conferisce autorevolezza e fiducia. Sebbene i social siano utili per diffondere contenuti, non sono sufficienti a costruire una reputazione autentica. È l’ufficio stampa a dare credibilità all’azienda, e rappresenta un elemento fondamentale in un piano di comunicazione. Senza di esso, il piano risulta incompleto”.

Che valore ha, quindi, la comunicazione relazionale in questo contesto altamente digitalizzato?
“La comunicazione relazionale non è affatto sostituita dal digitale, al contrario, il digitale spesso separa, mentre la relazione diretta unisce. Oggi le aziende non devono limitarsi a produrre contenuti digitali, ma devono anche costruire rapporti autentici con la stampa, i giornalisti e le persone. Ad esempio, quando si invia un comunicato stampa, è fondamentale fare un passo in più: chiamare il giornalista, instaurare una relazione, fargli comprendere davvero chi sei. In un mondo dominato dal digitale, l’aspetto relazionale continua ad essere cruciale. Le fiere, gli eventi e le interazioni dirette sono investimenti essenziali che le aziende fanno per mantenere vivo il contatto umano”.

Quali sono le differenze nel modo in cui Carbot si approccia alla comunicazione rispetto ad altre agenzie?
“Carbot è nata prima che i social media esistessero, con una solida esperienza nella comunicazione tradizionale, in particolare nell’ufficio stampa. Oggi siamo anche attivi sui social, ma con la consapevolezza che questi non rappresentano la base di una strategia di comunicazione efficace. Molte agenzie si definiscono come agenzie di comunicazione, ma in realtà sono semplicemente specializzate nel social media marketing. Senza una visione più ampia, che comprenda il web, l’ufficio stampa e il SEO, un piano di comunicazione risulta sterile e incompleto. Carbot si distingue proprio per questo approccio integrato.”

Come reputa l’uso dell’Intelligenza Artificiale nel campo della comunicazione?
“Sono molto scettica. Penso che la creatività umana non debba essere sostituita dalle macchine. L’intelligenza artificiale rappresenta un fallimento per l’umanità, perché implica l’ammissione che non siamo più in grado di fare da soli. In comunicazione, invece, la creatività e la relazione umana sono fondamentali. Inoltre, l’IA potrebbe avere un impatto negativo sull’occupazione, sostituendo le persone con applicazioni che automatizzano il lavoro. La vera comunicazione nasce dalla mente umana e dalla capacità di creare connessioni autentiche”.

Cosa pensa delle fiere di settore nell’era digitale?
“Nonostante il digitale, le fiere di settore e gli eventi collaterali continuano a rivestire un ruolo fondamentale. Questo dimostra che le relazioni fisiche restano ancora cruciali. Eventi come Vinitaly o Sigep, ad esempio, sono occasioni uniche di networking e marketing che il digitale non può sostituire. La relazione diretta ha ancora un grande valore, insostituibile e imprescindibile.”

In conclusione, qual è la chiave di una comunicazione di successo?
“La chiave sta nell’abilità di integrare in maniera professionale il digitale con le relazioni autentiche, creando un messaggio che non solo raggiunga il pubblico, ma che sia in grado di costruire fiducia e reputazione”.

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