“La comunicazione è un mondo vasto, immenso, complesso. E assolutamente trasversale: sembra che ormai tutto, o quasi, passi per la comunicazione. Con l’avvento dei social, poi, è in qualche modo caduta anche la barriera del personale, di quello che una volta era strettamente riservato”.
Maria Gabriella De Matteis, responsabile Comunicazione della “De Matteis Agroalimentare”, uno dei principali produttori italiani di pasta di grano duro, rimarca la strategicità di un settore diventato centrale in tutti gli aspetti della nostra vita, ma invita a non derogare ai principi di sempre.
“I valori – quelli giusti, quelli che devono essere di guida e riferimento – restano fondamentali. Anche nel mondo produttivo la comunicazione ha un senso se c’è una storia reale da raccontare, un’esperienza vera, fatta di serietà e affidabilità. Di qualità e passione. So bene che nella realtà non va spesso così, ma per me e la nostra azienda certi principi restano inderogabili”.
Quanto è diventato complicato oggi gestire la comunicazione in azienda?
Ho 51 anni e ho vissuto in prima persona il passaggio dalla comunicazione tradizionale, gestita attraverso la radio e la tv e i mass meda più in generale, a quella attuale, multiforme e difficile anche da definire. Mi sono adattata, ci siamo adattati, senza perdere di vista certe regole. Oggi è fondamentale la ricerca del target. Gli strumenti della comunicazione sono molteplici e questa fase di analisi è diventata strategicamente centrale per poi calibrare la giusta azione di comunicazione, con gli strumenti più adatti. Bisogna stare attenti e concentrati, avere sempre uno sguardo a 360 gradi. I target sono tanti e molto diversi tra loro. Pensiamo alla cosiddetta generazione Alpha, ai bambini di 10 anni che oggi comunicano con gli influencer e i youtuber. Se non si entra in sintonia con ogni diverso contesto si è tagliati fuori.
La vostra azienda come si è strutturata per gestire al meglio la comunicazione?
Siamo stati sempre molto attenti alla comunicazione anche se, da meno di un anno, ci siamo dotati di una figura professionale specifica, di grande esperienza. Con Fabrizio Nucifora, il nostro nuovo direttore marketing, abbiamo elaborato un piano di comunicazione molto intenso che portiamo avanti in sinergia con diverse agenzie di comunicazione. Diciamo che questo è solo uno dei passaggi chiave di un processo che si è avviato diversi anni fa.
Quando e perché avete avvertito l’esigenza di cambiare marcia, di investire ancora di più sulla comunicazione?
Dieci anni fa siamo stati promotori di un progetto di filiera che ha in qualche modo rivoluzionato il mondo dell’agricoltura ed è stato di ispirazione per molte altre realtà aziendali e associative. Siamo stati, credo, i primi a parlare di filiera del grano duro. Quel momento esaltante ha portato al marchio “Grano Armando” prima e ad “Armando” poi. Ecco, in quel frangente, abbiamo sentito forte l’esigenza di far conoscere, di diffondere un progetto innovativo, dagli importanti risvolti economici e sociali.
E’ in qualche modo il passaggio da marchio a brand, quando cioè un nome, un simbolo diventa portatore di una filosofia, di un modo di fare impresa.
Sì, è così. Abbiamo capito che era arrivato il momento di spingere sul nostro brand, sulla nostra storia di impegno e passione. Abbiamo sentito forte l’esigenza di far crescere la notorietà del nostro brand. Nascono così, ad esempio, gli spot con lo chef Alessandro Borghese o la nostra presenza durante il “Festival di Sanremo” o la seguitissima fiction della Rai “L’Amica geniale”. Così come, per un mese, abbiamo completamente brandizzato con il marchio “Armando” la stazione Garibaldi di Milano. Siamo inoltre usciti, in contemporanea su tutte le principali testate nazionali, con un vero e proprio manifestato incentrato sui nostri valori, sul nostro modo di fare impresa.
Una sorta di consacrazione.
Sotto certi aspetti è così, ma è chiaro che la consacrazione va conquistata e riconquistata ogni giorno e, forse, non viene mai raggiunta fino in fondo. Ma credo sia anche lo stimolo per guardare avanti e non fermarsi mai. Perché l’azienda, come qualsiasi altra attività, va sempre proiettata in alto, migliorata, pensata e ripensata. Senza mai derogare ai valori fondamentali, a quei principi intrisi di serietà, passione e impegno quotidiano che sono la nostra vera forza.